I vantaggi della delega di gestione in un momento di continua incertezza sanitaria e di forte stress dell’eco-sistema familiare e lavorativo.


Nel primo semestre del 2021, secondo la ricerca* condotta da Assoreti sui dati di periodo, la raccolta netta in servizi di investimento e prodotti finanziari è fortemente aumentata. La crescita ha coinvolto il risparmio gestito, con una particolare attenzione ai fondi comuni di investimento, alle gestioni individuali del risparmio e al ramo assicurativo (unit linked). La raccolta delle gestioni patrimoniali individuali è arrivata a toccare i 3,8 miliardi di euro, con un aumento del 111% anno su anno, mentre per la raccolta della parte amministrata non si può dire che sia stato un semestre propizio, registrando una flessione del 42,5% (a/a).

Le premesse quindi rendono la domanda spontanea: perché il risparmio gestito ed in particolare le gestioni patrimoniali attirano maggiormente gli investitori in questa fase del contesto economico rispetto al risparmio amministrato?


Le gestioni patrimoniali come soluzione efficiente di allocazione del risparmio


Da febbraio 2020 le abitudini dell’allocazione delle risorse finanziarie disponibili delle famiglie e degli investitori sono cambiate.

Il mondo del lavoro e anche il rapporto con il risparmio si è trasformato. Nel corso del 2020 l’economia italiana ha subito una forte flessione, con un Prodotto Interno Lordo (PIL) in calo del 7,8% rispetto al pari periodo dell’anno precedente e le difficoltà causate dalla pandemia hanno portato ad una riduzione del reddito disponibile e ad una variazione positiva della propensione al risparmio.

In un momento di forte tensione, soprattutto evidenziata nel primo semestre dello scorso anno, è sicuramente cresciuta “l’avversione al rischio” da parte degli investitori ed è aumentato lo stress generato dalle scelte di allocazione del proprio risparmio.

Il primo semestre del 2021 è stato segnato invece da una lieve ripresa economica, un aumento della fiducia dei consumatori, delle imprese e un maggiore reddito disponibile delle famiglie, ma le scelte del risparmiatore sembrano avere premiato i servizi di gestione del risparmio che, nonostante il miglioramento della situazione internazionale, presentano una minore fonte di stress e di tensione.

Ma quali sono i vantaggi delle gestioni patrimoniali e quali aspetti e caratteristiche le rendono maggiormente appetibili nelle scelte dei clienti in contesti di crisi e non solo?

Il primo elemento da considerare riguarda la finanza comportamentale e il lato emotivo dell’investitore. La delega di gestione infatti allevia i problemi del “decision making”, ovvero i fattori che determinano il processo decisionale che, nel caso della gestione individuale del risparmio, restano in capo alla società, sollevando di fatto l’investitore. Anche l’avversione alle perdite si dimostra un ulteriore elemento chiave e un aspetto importante nella scelta del risparmiatore, che intravede nella gestione attiva del risparmio, un fattore di rischio in meno e un’opportunità in più.

Dal punto di vista tecnico invece, la convenienza fiscale rappresenta un aspetto non trascurabile.

Le gestioni patrimoniali in regime gestito (vedi articolo sui regimi fiscali) infatti permettono un'efficienza fiscale che il risparmio amministrato non possiede. Queste infatti pagano le imposte alla fine dell’anno di esercizio, principio definito “per competenza”, e solo sul risultato netto maturato, con la possibilità di compensare le plusvalenza con le perdite generate su tutti gli strumenti detenuti nel portafoglio, valido anche per i fondi e gli etf all’interno della posizione. Quindi i profitti generati dai redditi di capitale, plusvalenze e altri redditi diversi vengono compensati con le minusvalenze e le spese all’interno della gestione stessa. Le gestioni patrimoniali possono inoltre beneficiare di un credito sulle potenziali perdite contabilizzate al 31 dicembre e riportarle a nuovo negli esercizi successivi fino a 4 periodi d’imposta.

La gestione attiva è un ulteriore caratteristica che permette di muoversi nel mercato con ampia flessibilità tattica, aumentando quindi le possibilità del gestore di catturare Alfa, ovvero la capacità di generare un migliore profitto rispetto all’indice di riferimento. Tale risultato è anche possibile grazie alla tempestiva operatività del gestore, che non deve attendere tempi troppo lunghi per l’inserimento di un nuovo strumento in portafoglio o la liquidazione di un asset non più funzionale, ma può operare in tempo reale sulla gestione.

La riduzione dei costi è un’altra importante caratteristica delle gestioni patrimoniali che permettono l’accesso alle classi istituzionali dei fondi comuni di investimento, le quali presentano minori spese e non prevedono la commissione di distribuzione, a differenza delle classi retail offerte dagli intermediari finanziari attraverso il servizio di collocamento e consulenza.

La gestione patrimoniale risulta infine molto duttile anche in merito alla tipologia di investimenti che può effettuare. Infatti è possibile allocare una parte delle masse anche in Fondi di Investimento Alternativi (FIA), Hedge Fund esteri e in strumenti scambiati su mercati non regolamentati o OTC (over the counter). Questa prerogativa, non è un’occasione da sottovalutare, in quanto molti FIA presentano dei rendimenti interessanti ma, a causa dei minimi di investimento elevati, non sono avvicinabili dall’investitore medio che opera in amministrato.

Possiamo quindi affermare che, in un momento congiunturale molto difficile, questo strumento rappresenta una soluzione importante per l’investitore. La delega permette di eliminare gli effetti emotivi che il risparmio amministrato non riesce ad attutire. In situazioni di forte stress economico o di tensioni sul mercato, è il gestore che si fa carico del processo decisionale e del peso che questo comporta, sollevando l’investitore dal fardello emotivo al quale sarebbe sottoposto. I vantaggi tecnici poi completano il quadro, evidenziando come le gestioni patrimoniali siano efficienti dal punto di vista fiscale, attivo e strategico, non solo nell’era pandemica, ma in qualunque contesto economico e sanitario.

*ricerca condotti sugli aderenti ad Assoreti