Studiamo le caratteristiche che hanno attirato l’interesse del panorama finanziario oltre ai vantaggi e le differenze rispetto ai certificati tradizionali e ai fondi comuni di investimento.


Gli AMC, acronimo di Actively Managed Certificates sono certificati, ovvero strumenti finanziari quotati che rientrano nella categoria dei prodotti strutturati. Questi seguono un approccio dinamico replicando la gestione attiva della strategia di investimento applicata ad un indice sottostante.

Le scelte sono quindi discrezionali (o possono essere anche automatiche) e la composizione delle attività viene decisa da un Investment Manager o Index Sponsor, rappresentato da un soggetto terzo o dall’emittente stesso del prodotto, il quale procede quindi alla definizione della strategia operativa dell’indice oggetto di replica passiva da parte del Certificates.

Gli AMC, anche se per la loro struttura giuridica di Certificates rientrano nella classificazione degli strumenti strutturati, possiedono una componente attiva che rappresenta un elemento rilevante di distinzione e li avvicina al mondo dei Fondi Comuni.

Come riportato in precedenza, la discrezionalità del “gestore” nella scelta degli strumenti finanziari che compongono l’indice, è uno degli aspetti principali che distinguono i certificates tradizionali dagli AMC. I certificate “classici” infatti sono strumenti derivati cartolarizzati che hanno una replica passiva delle attività sottostanti con la possibilità di avere un’eventuale aggiunta di una o più opzioni tra cui, a titolo esemplificativo, la protezione parziale, totale o condizionata del capitale investito e bonus a scadenza al verificarsi di determinati scenari nel corso della vita dello strumento.

Un’altra caratteristica è la possibilità di sfruttare la leva finanziaria, “leverage certificates”, oppure fornire una valida alternativa all’investimento diretto nel sottostante, tramite gli Investment Certificates.

Gli AMC invece permettono di coniugare alcuni dei benefici dei prodotti strutturati: la riduzione dei costi, una fiscalità vantaggiosa, soglie di entrata basse e tempi rapidi nell’emissione, oltre alla caratteristica di gestire attivamente la strategia e gli asset sottostanti, diversificando come tipicamente avviene nei fondi comuni di investimento.


AMC e fondi comuni di investimento


Gli Actively Managed Certificates si adattano quindi alle diverse situazioni e condizioni di mercato, ribilanciando gli investimenti all’interno del prodotto come avviene nei fondi comuni di investimento.

Questa caratteristica e similitudine è stata fonte di alcune osservazioni sulla riqualificazione degli AMC tra le authority di diversi paesi, in primis la Svizzera e l’Italia, ma fino ad oggi, i pareri discordanti, in particolare di Banca d’Italia, delle autorità di vigilanza locali e dell’Esma, non hanno portato ad una decisione o un intervento diretto da parte del regolatore in materia.

Si ricorda infatti che i fondi sono organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) a differenza degli AMC, che sono classificati come strumenti strutturati cartolarizzati.

La gestione attiva rappresenta una similitudine tra questi due strumenti, ma ci sono anche molti elementi diversificanti. Tra questi si può evidenziare sicuramente la flessibilità dell’ AMC, declinata in costi bassi e rapidità di sviluppo di una struttura iniziale (1-2 mesi), che rappresenta una valida alternativa ai fondi di investimento quando si vogliono costruire dei veicoli per Asset Under Management – AUM – inferiori ai 10 milioni di euro.

Esistono inoltre diversi aspetti favorevoli rispetto ai fondi comuni da non sottovalutare tra cui:
  • La distribuzione diretta e accessibile attraverso il mercato SeDex e non tramite istituti bancari o intermediari previo accordi di collocamento con la società emittente;
  • Il non rientrare all’interno delle regole stringenti imposte dalla normativa UCITS IV;
  • I costi meno elevati;
  • Il trattamento fiscale, che permette la compensazione di minusvalenze pregresse con eventuali profitti derivanti dalla vendita dell’ AMC o da eventuali coupon, entrambi proventi classificabili come redditi diversi. I fondi comuni invece, quando generano profitti, sono attribuibili alla categoria dei redditi da capitale e quindi soggetti ad imposta con aliquota pari al 26%.
Infine, è necessario citare altri due elementi da conoscere quando si parla di AMC, ovvero:
  • Gli asset che compongono l’indice sottostante sono fisicamente detenuti in portafoglio dall’istituto di credito anche se, a livello formale, lo strumento è un certificato a replica.
  • Lo strumento resta esposto al rischio emittente, come i certificati tradizionali.

La tutela dal rischio emittente


In quest’ultimo contesto, recentemente il mercato ha sviluppato due diverse modalità di tutela dell’investitore dal rischio di credito dell’emittente. Il primo è la collateralizzazione dello strumento, mentre il secondo prevede l’emissione del certificato attraverso una società veicolo o “SPV” (Special Purpose Vehicle) appositamente costituita.

La collateralizzazione prevede la consegna di un collaterale a garanzia del rischio. Questa operazione si costruisce mettendo un vincolo ad un determinato asset, definito “collateral”, che può essere utilizzato a garanzia in caso di inadempienza o insolvenza dell’emittente nei confronti dell’investitore.

Le società veicolo (SPV) invece, essendo delle realtà giuridiche separate dalla società che le ha create, permettono di strutturare delle tipologie di investimenti segregati e quindi non soggetti al rischio di credito dell’emittente del certificato. Nel caso in cui quest’ultimo dovesse fallire l’SPV continuerebbe ad esistere e il cliente sarebbe tutelato.


La creazione di un AMC


Un certificato a gestione attiva si può sviluppare attraverso diversi step identificabili da una prima programmazione o definizione delle strategie e dei parametri di investimento, seguita dalla elaborazione della documentazione necessaria.

Successivamente si procede alla raccolta iniziale del capitale (private placement) propedeutica, insieme alla documentazione, all’ammissione alla negoziazione dello strumento sul mercato dei derivati, il SeDeX.

Vengono quindi selezionati gli strumenti oggetto dell’investimento, proseguendo con la gestione o il ribilanciamento delle componenti sottostanti al prodotto.

In conclusione gli AMC, anche se da poco arrivati sul mercato, stanno facendo parlare molto di sé per il loro carattere innovativo e di semplificazione della distribuzione.